Sudditi o Cittadini?

 In Educazione finanziaria

Questa è la storia di Michele.

Una mattina si svegliò con un gran mal di gola. Si accorse di respirare con la bocca aperta perché se provava a farlo col naso, l’aria non passava. Si mise a sedere sul letto con un salto. Cosa gli stava capitando? Sentiva un pizzicore alla gola che lo costringeva a buttare fuori aria in modo violento e poi c’era quella roba che gli usciva dal naso che era veramente schifosa e insopportabile.

Non perse tempo. Chiamò il dottore e fissò un appuntamento per il giorno seguente. Ma lo sgomento era tale che pensò di non riuscire ad attendere un giorno. Telefonò a sua madre e le raccontò tutto quanto. Lei cercò di minimizzare ma si sentiva lontano un miglio che era più impaurita di lui. Chiamò anche suo zio e sua cugina ma entrambi non seppero dirgli altro che, sì, ne avevano sentito parlare di quella roba lì, ma non avevano idea di cosa fosse in realtà. Si rivolse infine al suo amico Giuseppe il quale, con tono da professore, gli spiegò che si trattava di raffreddore. Gli disse che nessuno sapeva bene in che modo si diffondesse e da quale parte del mondo arrivasse ma quando si manifestava c’era solo un rimedio: entrare in una vasca d’acqua bollente e rimanerci per tre giorni filati. Michele rimase turbato. Provò timidamente a replicare che magari il dottore, il giorno seguente, gli avrebbe dato un rimedio meno complicato. Ma Giuseppe tuonò che dai dottori cosa poteva aspettarsi di buono?

«Lo sai che all’amico di un amico di un mio amico, un dottore ha prescritto un farmaco contro la depressione per curare il raffreddore?» concluse Giuseppe.

Michele si sentì gelare. Eppure il suo dottore gli era sempre parso gentile e competente. Ma se gli avesse dato le pasticche di cui parlava Giuseppe, cosa gli sarebbe successo? E poi, cos’era questa depressione? Avrebbe certamente peggiorato le cose.

Sempre più impaurito riempì la vasca, si tolse il pigiama e si immerse nell’acqua bollente. Rimase lì dentro tre giorni, come gli aveva detto Giuseppe. L’acqua si raffreddò col passare delle ore ma Michele non tirò fuori nemmeno la punta dell’alluce. In quei tre giorni si convinse che non sarebbe mai più uscito di casa per non correre il rischio di prendere un’altra volta il raffreddore.

Alla fine del terzo giorno uscì dalla vasca tremando come una foglia.

Qualche giorno più tardi gli fu diagnosticata una polmonite coi fiocchi.

Questo breve racconto forse vi avrà strappato un sorriso. Tuttavia se lo trasportiamo in ambito economico-finanziario, quelle che, nella storia di Michele, ci sembrano assurdità, corrispondono a reali comportamenti.

Gli studi di Consob, Istat, Ocse, solo per citare alcune istituzioni che studiano il fenomeno, evidenziano che in Italia, più che in quasi tutti gli altri Paesi considerati “avanzati”, l’ignoranza economico-finanziaria è assai diffusa. Il 65% circa della popolazione italiana non conosce concetti basilari come l’inflazione, il rapporto rischio-rendimento, lo spread ecc… Concetti che possono essere paragonati a quello di raffreddore in ambito medico.

I comportamenti e le scelte che ne derivano, a volte, sono simili allo stare immersi in una vasca piena d’acqua per tre giorni.

Esiste una via d’uscita? E se esiste, in cosa consiste?

La risposta è: conoscenza e consapevolezza individuali.

Oltre alla presenza di fonti di informazione/educazione serie e preparate (dottori seri, rifacendosi al racconto) è necessaria l’iniziativa di ogni singolo individuo. Siamo noi che possiamo essere attori attivi e motivati a comprendere i concetti più semplici e basilari. Se ciò avviene, si generano alcune conseguenze molto importanti:

  • Possediamo gli elementi principali per capire il contesto in cui viviamo e agiamo.
  • Comprendiamo più facilmente le scelte e le proposte avanzate dai nostri governi e dalle nostre istituzioni e ne identifichiamo la reale utilità.
  • Distinguiamo i dottori (i consulenti) più onesti e capaci da quelli che ci propongono di curare un raffreddore con un anti-depressivo.
  • Non ci fidiamo ciecamente dei rimedi “fai-da-te” forniti da persone inesperte.
  • Mettiamo le basi per scelte autonome e coerenti con le nostre esigenze.

Ma c’è di più.

La conoscenza contribuisce a formare la consapevolezza.

La consapevolezza attiene alla capacità di stabilire i propri bisogni e obiettivi. E’ il punto di partenza per decidere la strada che si vuole percorrere per soddisfare i bisogni e raggiungere gli obiettivi. La consapevolezza, inoltre, rende coscienti che è probabile incappare in “raffreddori” passeggeri o anche in qualche “polmonite” ma che ciò non pregiudica il nostro stato di salute economica nel lungo periodo.

E ancora di più.

Conoscenza e consapevolezza ci rendono Cittadini attivi e
non sudditi.

Come scrive Riccardo Viale nel suo articolo su “L’Economia” del Corriere della Sera del 10 Dicembre scorso, “la scarsa conoscenza dei fondamenti dei mercati e dell’economia mette a rischio l’inclusione sociale”. Inoltre, perché noi tutti possiamo essere incuriositi dalla “scienza triste per eccellenza”, servono “racconti capaci di risvegliare emozioni”.

Avanti, dunque! C’è tutto un mondo di storie da esplorare.

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