Come Antonio Bedincentinaia di risparmiatori rischiano ogni giorno di veder scomparire i propri risparmi investiti per far fronte alle esigenze future.
Questa è una di quelle notizie che non si vorrebbero mai né leggere né scrivere. Antonio Bedin aveva 69 anni, viveva a Montebello Vicentino e aveva investito i suoi soldi in azioni della Banca Popolare di Vicenza.
Azioni acquistate quando il loro valore si aggirava attorno ai 60 euro e tenute, malauguratamente, finché di euro ne sono valse praticamente zero. Azioni che rappresentavano il suo investimento per il futuro, per quello della propria famiglia, risparmi di una vita che ha visto ridotti in briciole.
Antonio ha preso parte alle assemblee della banca per cercare di comprendere, ha chiesto giustizia come ha potuto fino ad oggi, quando non gli è rimasto che dichiarare fallimento togliendosi la vita.
Come lui centinaia di risparmiatori rischiano ogni giorno di veder scomparire i propri risparmi investiti per far fronte alle esigenze future.
Tutto ciò si può evitare imparando a capire cosa ci viene proposto, scegliendo di non acquistare titoli spazzatura, prendendo più a cuore il destino dei nostri soldi senza demandarne a terzi la loro gestione.
Non è più ammissibile sentire notizie di questo genere! Bisogna correre ai ripari ben prima di non avere più nessuna altra scelta. Non si può morire per mancanza di alternative. Le possibilità ci sono, ma bisogna coglierle prima che sia troppo tardi.
Per Antonio le alternative erano finite, ma per noi ce ne sono ancora. Se non iniziamo a svegliarci dal nostro torpore, purtroppo assisteremo ancora a disgrazie di questa portata, resta solo da capire chi sarà il prossimo.
Risparmiare oggi è la cosa più sciocca che si possa fare, vista la scarsa remunerazione dei depositi bancari e postali. Investire, per contro, è diventato sempre più difficile.
Sono passati pochi decenni da quando si celebrava la “Giornata del Risparmio”, un appuntamento nel quale si promuoveva il risparmio in tutte le sue forme, arrivando a distribuire porcellini salvadanaio per educare i più giovani al risparmio.
Dalle più remote zone rurali alle grosse città, l’italiano ha sempre recepito in modo molto positivo il messaggio e ha risparmiato, risparmiato, risparmiato.
Poi è arrivata la crisi del 2008, ribattezzata oggi la Grande Recessione, e le carte in tavola sono cambiate molto velocemente.
Di colpo ci si aspetta che gli italiani spendano di più, per far ripartire un’economia segnata da una crisi che si è dimostrata peggiore di quella americana del 1929. Nel 1929 infatti, la crisi fu molto più profonda ma più breve. Oggi, malgrado la sua relativa superficialità, la crisi sta tenendo banco da troppo tempo, dimostrandosi di gran lunga peggiore di quella americana.
La realtà odierna è che, tenendo i soldi sotto il materasso o in banca, non si contribuisce a quel processo “reddito/spesa” che fa girare l’economia che, di colpo, è diventata stagnante.
Oggi mettere le monetine nel salvadanaio non farà più di voi un buon risparmiatore ma un pericoloso sabotatore dell’economia. Che sia per questo che le banche non riconoscono più interessi sui depositi e, anche quando lo fanno, se li riprendono con spese al limite della decenza?
Risparmiare oggi è la cosa più sciocca che si possa fare, vista la scarsa remunerazione dei depositi bancari e postali. Investire, per contro, è diventato sempre più difficile, visto le notizie ben poco incoraggianti circa il fallimento reale e presunto di sempre più Istituti Bancari.
Chi vorrà continuare a giocare a questo gioco dovrà imparare le nuove regole oppure dovrà aspettarsi delle brutte sorprese. Brutte sorprese che costeranno molto care.
Non ci è mai stato insegnato ad occuparci del denaro. Quando si tratta di soldi non sappiamo che strada prendere: non abbiamo la mappa del territorio.
Possiamo aver visto le nostre madri pagare i conti ma era nostro padre che prendeva le decisioni: non abbiamo modelli di ruolo e, non avendo mai affrontato prima il problema degli investimenti, corriamo il pericolo di diventare facili prede di professionisti non scrupolosi.
Anche se le donne sono più portate a risparmiare per i figli, la casa o la macchina invece che per la pensione dobbiamo imparare a comportarci in modo diverso se non vogliamo andare ad ingrossare le fila delle persone che vivono la loro terza età alle soglie della povertà.
Oggi più che mai non possiamo più far conto sullo Stato o sull’INPS per la salvaguardia della nostra dignità futura. Siamo di fatto diventate delle acrobate senza rete di protezione e, se non poniamo rimedio immediatamente alla nostra situazione, il futuro che ci attende potrebbe rivelarsi il nostro peggior incubo.
Le donne hanno percorso un lungo cammino sin qui: la prima generazione di noi è partita solo trovando lavoro. Quella dopo lottando per ottenere la giusta paga. Ora il traguardo per le donne è che devono imparare a far lavorare i soldi così duramente come lavorano per lui. Questa è la vera sfida.
La maggior parte di noi conosce il valore del risparmio. Ma dobbiamo mettere i nostri risparmi in un conto corrente? Assolutamente no. Lasciare il denaro in banca è come sciogliere le banconote nell’acido. Se lo lasciassimo li lo vedremmo svanire in tasse e inflazione. Ogni anno una grossa fetta dei nostri soldi è divorata da queste due voci. Dobbiamo imparare ad investire oppure uno dei pericoli maggiori sarà che sopravvivremo al nostro denaro.
Il denaro è soltanto uno strumento e come molti altri strumenti non ci da benefici finché non sappiamo come usarlo.
La tua vita non è come vorresti? Qualcosa non ti soddisfa più? Non vedi niente di positivo all’orizzonte? E allora, perché non cambi qualcosa subito?
Troppe donne aspettano finché non navigano in pessime acque prima di fare qualsiasi cosa. Sopportano all’infinito per cause che nemmeno loro comprendono. Non le smuove la ragione, l’istinto, l’intuito. Nemmeno la certezza. Niente da fare, se ne stanno li finché la crisi non esplode con tutta la sua violenza.
Una crisi è per definizione un cambiamento improvviso che porta nelle nostre vite una profonda instabilità. Molte donne si lasciano travolgere prima di pensare anche solo minimamente ad affrontare ciò che, ormai, nelle loro vite non funziona più.
La crisi, del resto, è un evento che ci sprona all’azione. Ma perché mai dovremmo aspettare una crisi per svegliarci? È immensamente meglio risolvere i problemi senza dover affrontare una catastrofe. Questo è il momento peggiore per iniziare qualcosa perché tendiamo a prendere pessime decisioni.
Soprattutto per quanto riguarda il denaro.
Pensare di iniziare a gestirlo a seguito di un lutto o di una separazione è una delle cose più insensate che, purtroppo, ancora oggi facciamo. Non si può pensare di essere oggettive e coerenti in un momento tanto difficile della nostra esistenza, tanto meno per imparare qualcosa che abbiamo volutamente accantonato sino ad allora.
L’educazione finanziaria è una materia che va affrontata con serenità e che impone un percorso di crescita che risulta di difficile attuazione in un contesto di caos e stress.
Quindi: non aspettare il momento giusto per fare le cose. L’unico momento giusto è adesso!
Le donne, oggi, hanno disponibilità economiche come mai prima nella storia.
Possiamo contare su di una nostra fonte di guadagno; un tempo non era così. Per questo abbiamo la possibilità di diventare ricche per conto nostro. Ma anche di rovinarci con le nostre mani.
Per molte di noi il denaro è visto come una promessa di minori problemi, maggior libertà e più sicurezza.
Ma per moltissime donne avere soldi in banca è come avere una bomba a orologeria in mano. Sanno che devono fare qualcosa, ma non hanno la minima idea di cosa. E, nel dubbio, non fanno assolutamente niente.
Il denaro senza responsabilità è come una scritta sulla sabbia, alla prima onda viene cancellata. Se non inizi a prenderti la responsabilità del tuo denaro lo vedrai scomparire alla prima ondata. Ogni singola perdita nella quale sei incappata in passato è il risultato della tua mancanza di responsabilità nei confronti del tuo denaro.
Non importa se ci sentiamo sicure perché abbiamo più denaro in banca di molte altre persone: avere denaro oggi non significa che lo avremo anche domani. Per saperlo mantenere dobbiamo superare tutta una serie di ostacoli che lo erodono quotidianamente. L’inflazione ne è un esempio, affiancato dalle tasse, dalle spese di gestione delle Banche e dalle perdite per investimenti mal consigliati.
Sperare di conservare il nostro denaro (ho detto conservare, non incrementare) senza alcuna competenza finanziaria è come cercare di riempire d’acqua uno scolapasta. Se poi parliamo di volerlo incrementare, è ovvio che dobbiamo imparare, e subito, le basi dell’educazione finanziaria.
Come diceva John Kenneth Galbraith. “non c’è niente riguardo al denaro che non possa essere compreso da una persona ragionevolmente curiosa, diligente e intelligente”. Perché vuoi far credere a tutti di non potercela fare?
Come è nata questa crisi che sta mettendo in ginocchio così tante aziende, sta rubando così tanti posti di lavoro e rende sempre più misero il nostro futuro?
Nel 2008, negli USA, molti americani, che come noi avevano il mito della casetta di proprietà, si sono rivolti alle banche per chiedere un mutuo anche se non avevano i soldi per pagare le rate. Inaspettatamente, sono stati tutti accontentati. Normalmente una banca concede un prestito solo ed esclusivamente in cambio di cospicue garanzie e unicamente a chi è in grado di dimostrare la propria solvibilità, questo perché vogliono essere certi di recuperare i propri soldi. In questo caso invece, hanno accettato l’alto rischio di sovvenzionare anche chi non poteva permetterselo.
Per questo genere di persone prive di garanzie, i geni finanziari americani, con la loro spregiudicatezza, la passione per il rischio e la totale mancanza di limiti, si sono inventati i famosi mutui subprime di cui certamente avrete sentito parlare.
Con i soldi dati in prestito venivano immediatamente confezionati prodotti finanziari che la banca rivendeva ad altre banche, le quali lo rivendevano ad altrettanti ignari investitori. Questo significa che se tu mi devi dei soldi, e io so che non me li darai, rivendo ad altri il tuo debito. Gli altri mi pagano ed io non sono più esposta verso di te. Se tu non sarai in grado di rimborsarmi, a me non interesserà nulla, tanto ho già riavuto quanto mi devi da qualche malaugurato investitore che non sa cosa gli ho venduto.
Le banche, quindi, non avevano alcun interesse a verificare le credenziali dei nuovi proprietari di casa perché riuscivano ad arricchirsi comunque. Peccato che lo facessero sulla pelle di milioni di americani all’ oscuro che il loro sogno appena realizzato stesse per costare loro ben più del mutuo agevolato appena concesso. All’ inizio tutto girava alla perfezione, i prezzi delle case continuavano a salire e ciò garantiva il continuo giro di “titoli” ad alto rischio legati ai mutui subprime. Ma non appena le abitazioni hanno iniziato a deprezzarsi, le banche che detenevano i crediti relativi a questo tipo di mutui non sono state più in grado di rivenderli ritrovandosi di colpo senza alcuna liquidità. La banca più esposta, la Lehman Brothers, ha dovuto dichiarare fallimento il 15 settembre 2008, rischiando di trascinare nella sua scia non solo molte altre banche, ma anche tutto il sistema finanziario americano. Questo, per quelle di voi che credessero ancora che gli uomini siano degli ottimi investitori, dimostra che se al vertice della banca ci fossero state le donne, probabilmente la Lehman Sisters oggi si troverebbe ancora saldamente al suo posto.
Non sempre il Principe Azzurro arriva, o anche arrivasse, molto spesso potrebbe avere il cavallo azzoppato, il mantello lacero o che la favola non è “per tutta la vita”.
I tempi sono cambiati da quando, nei primi del ‘900, il matrimonio era l’unica occupazione alla quale una donna per bene potesse aspirare, nonché l’unica professione onesta. Le ragazze venivano allevate unicamente a questo scopo. Non ci si poneva il problema se sposarsi o meno, ma con chi farlo. L’arrivo del principe azzurro era, per tutte noi, la realizzazione dell’unico sogno di vita.
Oggi abbiamo imparato che non sempre il Principe Azzurro arriva, e che, se anche arrivasse, molto spesso potrebbe avere il cavallo azzoppato, il mantello lacero o che la favola non è “per tutta la vita”.
Ora il nostro problema più ricorrente è: “ce la farò da sola”? O, peggio, “come faccio a tirare avanti con i figli a carico”?
Dobbiamo smetterla di credere alle fiabe e vivere con la speranza che tutto vada bene. Il mio augurio è che la tua favola duri tutta la vita ma, nel 2009 (data dell’ultimo censimento in Italia), erano 493 su 1.000 i matrimoni che terminavano con una separazione o un divorzio.
Quindi praticamente il 50% delle liete novelle finiscono con un brusco risveglio. Sarebbe il caso di considerarlo quando progettiamo la strategia per la nostra vita (e quella dei nostri figli).
Pianificare il nostro futuro finanziario senza tenere conto del Principe Azzurro è doveroso, oltre che intelligente. Per questo, lunedì 7 marzo, alle 18.30, presso la sede di Potereconomico.com, a Milano in Piazza del Duomo 17, si terrà la presentazione del corso “da Cenerentola a Regina (senza passare dal Principe azzurro)” a cui farà seguito un aperitivo.
Il nuovo corso di Potereconomico.com ha l’obiettivo di far comprendere alle partecipanti la situazione delle donne in Italia e di come il loro futuro possa essere ben poco gratificante in termini economici rispetto ai propri “colleghi maschi” e quali siano le azioni immediate e i piani per il futuro da intraprendere per cambiare il proprio destino finanziario.
Alle soglie del 2016 dobbiamo prendere atto che i tempi sono cambiati e che anche il nostro comportamento deve essere conseguente, solo così possiamo restare serene, che il Principe Azzurro arrivi oppure no, per questo vi aspettiamo tutte il 7 marzo.
Prenotazioni e iscrizioni al link:
L’attuale sistema pensionistico Statale, gestito dall’INPS, si basa su di un sistema a ripartizione. Il che significa che se sei in pensione, chi finanzia direttamente il tuo assegno mensile, è un lavoratore che sta versando i contributi.
Ovvero, i tuoi contributi trattenuti oggi, e che dovrebbero tornarti sotto forma di pensione in futuro, li rivedrai solo se, in quel futuro, ci saranno altri lavoratori che pagheranno i propri contributi.
Un vero cane che si morde la coda. Di fatto pagando oggi ti crei un diritto futuro, diritto che, però, non avrai la certezza di ottenere.
A peggiorare ancora le cose, in questi giorni è stato presentato un disegno di legge delega in Commissione Lavoro della Camera che, di fatto, distrugge il diritto individuale, soprattutto delle donne.
Cosa sono riusciti ad escogitare, questa volta? Una cosa che a leggerla sembra banalissima: “la pensione di reversibilità verrà considerata una prestazione assistenziale e non previdenziale”.
Detto in termini meno banali, ciò significa che la pensione di reversibilità, che molto spesso spetta alle vedove, di gran lunga più numerose dei “colleghi” uomini, sarà legata all’ISEE, cioè al reddito familiare.
Ovvero, anche se la vedova ha diritto alla pensione di reversibilità perché il caro estinto ha contribuito per una vita intera alle casse dell’INPS ma abita, per esempio, con un figlio, e quest’ultimo percepisce uno stipendio, la somma dei redditi potrebbe far saltare la pensione, lasciando la donna senza un soldo.
Se questa ennesima legge porcata venisse approvata, anche la nostra ultima speranza di vivere dignitosamente la terza età sfuma miserevolmente.
Forse, ancora una volta, dovremmo capire che non possiamo rimandare oltre la gestione personale del nostro patrimonio.
Solo imparando a difendere i nostri risparmi e provvedendo personalmente a investirli non solo per farli fruttare, ma almeno per non farceli sottrarre, avremo una minima speranza di vita serena.
Il mondo finanziario è cambiato negli anni 90, quando abbiamo assistito alle privatizzazioni delle Banche.
I nostri nonni e i nostri padri depositavano con fiducia tutti i loro risparmi in Banca. Lì trovavano personale disponibile e spesso instauravano con il direttore un rapporto di reciproca stima. Oggi gli stessi correntisti assistono sgomenti alle vicende di Banca Etruria (e delle altre).
Il mondo finanziario è cambiato negli anni 90, quando abbiamo assistito alle privatizzazioni delle Banche. Gli Istituti di Credito hanno smesso di essere “gestiti” dallo Stato per diventare vere e proprie aziende private. Ciò ha comportato un enorme cambiamento: mentre prima il servizio al cliente era il leitmotiv che dirigeva i rapporti tra Banca e clienti, dagli anni 90 ciò che conta unicamente è il “vil denaro”. Essendo oggi le Banche imprese private, ciò che è essenziale è conseguire utili ed è questo che regola ogni loro rapporto, che tu sia un vecchio cliente oppure no.
Con l’avvento della globalizzazione, inoltre, sono diventati disponibili un’infinità di strumenti finanziar i provenienti da ogni angolo del pianeta. Quella che è rimasta invariata è la tua conoscenza di base, che già era bassa.
Quindi oggi, per assurdo, ti vengono proposti investimenti per i quali non hai la benché minima istruzione di base. Istruzione che ti permetterebbe di non cadere facile preda di disastri finanziari (Parmalat, Argentina, Banca Etruria e via discorrendo, per citarne alcuni). E la cosa divertente è che ti vengono proposti da persone concentrate sui LORO utili, non sui tuoi!
Con queste premesse credi ancora di riuscire a non essere tra i malcapitati, la prossima volta che falliranno migliaia di risparmiatori?
La conoscenza non è più un optional. Certamente richiede tempo, impegno e spesa ma oggi è una necessità anche se si vuole continuare a lasciar investire i propri soldi dalle Banche.
Anzi, soprattutto in questo caso.
Mai come oggi bisogna prestare attenzione a ciò che i consulenti propongono anche se bisogna evitare di cadere nell’errore di lasciare i soldi sui conti correnti per paura d’investirli: in un caso come nell’altro rischiamo di perdere tutto.
Dopo il fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti a chi toccherà ora? Ma, soprattutto, chi ci rimetterà i risparmi di una vita?
La maggior parte di noi non è consapevole del rischio che sta correndo, convinta com’è di aver investito i propri soldi in modo sicuro.
Dal primo gennaio di quest’anno, oltre ai rischi di sempre, si aggiunge anche una norma, varata dal Governo Renzi, che, sotto il nome di “ball in”, mette a rischio il futuro di chiunque abbia un conto corrente bancario.
Eh si, perché dopo gli azionisti e gli obbligazionisti (ovvero chi detiene azioni e obbligazioni emessi dalla Banca), oggi anche i correntisti verranno chiamati a pagare per risanare i conti delle banche fallite.
In pratica se il management della banca sbaglia il cliente paga! Le colpe di una gestione scellerata ricadranno su chi, in quella banca, aveva riposto fiducia, affidandole i risparmi di tutta una vita.
Mai come oggi bisogna prestare attenzione a ciò che i consulenti propongono anche se bisogna evitare di cadere nell’errore di lasciare i soldi sui conti correnti per paura d’investirli: in un caso come nell’altro rischiamo di perdere tutto.
Che fare allora?
1. Evitiamo di sottoscrivere azioni e obbligazioni se non capiamo di cosa si tratta e solo perché il consulente ce le consiglia. Ricordate sempre che chi ha tutto l’interesse a piazzare uno strumento finanziario lo fa per motivi che nulla hanno a che vedere con il vostro profitto. In caso di vincita si vince in due, in caso di perdita, perdete solo voi!
2. Non lasciamo più di 100.000 euro sul conto corrente. Prima di tutto non ci rendono niente ma, soprattutto, oltre quella cifra ci possono venir “prelevati” per pagare i debiti della Banca.
3. Informatevi, leggete, studiate. Non costa né troppo tempo né troppa fatica ma può fare la differenza tra perdere tutto e far fruttare i propri risparmi. E farà la differenza fondamentale sul lungo periodo.
4. La storia è piena di obbligazionisti Parmalat, Cirio, Argentina e chi più ne ha più ne metta… volete smettere di comportarvi come Pinocchio con il Gatto e la Volpe o volete essere i voi le prossime a finire sul lastrico?
Un altro anno volge al termine ed è tempo di bilanci. Finanziariamente, per moltissime di noi, il 2015 è stato un vero e proprio bagno di sangue.
Incapacità, cattivi consigli e pigrizia hanno permesso a crisi greca, svalutazione dello Yan, fallimenti delle banche e inflazione di erodere, se non di distruggere completamente molti dei nostri piani per il futuro.
Avremmo potuto evitare la maggior parte delle perdite? Sono convinta di si. E allora perché non lo abbiamo fatto?
In questo anno ho avuto la fortuna di incontrare un centinaio di donne che hanno cambiato radicalmente approccio nei confronti del denaro. Fino allo scorso anno la loro era una situazione al limite del fallimento: conducevano una vita perennemente sulla lama del rasoio.
Oggi tutte hanno cambiato registro: qualcuna ha iniziato ad accantonare mensilmente una parte del proprio stipendio da dedicare agli investimenti; una si è messa in proprio; un paio hanno iniziato a fare trading; quasi tutte hanno acquistato oro, argento e diamanti e un’altra è diventata proprietaria immobiliare.
La loro nuova conoscenza le traghetterà presto verso porti sicuri, porti nei quali le bufere dei mercati non avranno più la forza di affondarle.
Dedico il mio pensiero a loro e auguro a quelle che ancora affrontano la tempesta barcamenandosi alla bene meglio, di imparare al più presto a difendersi dalla turbolenza dei mercati. Perché basta davvero poco per imparare a difendersi dai cattivi consigli e a smetterla di essere le prime nemiche di sé stesse negli investimenti.
Auguri a tutte voi, future investitrici di successo!
Newspaper/Crisi
I Commenti dell'Italia dei "Mediocri"
E’ buffo notare come ci sia sempre una certa percentuale di persone che commentano con uno spirito “negazionista”: Quando si pubblicano post di interviste a persone agiate, “con i soldi”, persone che hanno lasciato la loro “bambagia”, la loro zona di confort in Italia per avventurarsi in una nuova vita all’estero, c’è sempre una certa percentuale di persone che commenta: “grazie al c..zo con i soldi sono capace anche io”. Tuttavia, sempre più o meno gli stessi – che quando si pubblicano post di interviste a persone normalissime che con pochissimi soldi sono riusciti a trasferirsi all’estero – commentano affermando: “non ci credo”, “tutte balle”, “per viaggiare servono tanti soldi” “avranno dato via il c..lo”… etc… La cosa che amareggia è come noi italiani siamo gli unici al mondo...
Newspaper / Lavoro
Era informatica ed Era industriale
Qualcuno fa risalire l’origine dell’attuale era informatica agli inizi degli anni 70. Di sicuro negli anno 90 eravamo tutti certi che l’industria informatica avrebbe cambiato radicalmente la nostra economia. Se ci voltiamo indietro possiamo renderci conto dell’impatto che la tecnologia ha avuto sulle nostre vite e la velocità con la quale le ha profondamente trasformate. In pochi anni abbiamo assistito a più innovazioni di quante ce ne siano state nei precedenti 50. In anni passati, prima dell’avvento dell’ attuale tecnologia, negli uffici si è sempre scritto con macchine per scrivere e fatto di conto con calcolatrici con pochissimi mutamenti che migliorassero la qualità del lavoro. Oggi, solo 30 anni dopo, parlare di quella realtà è come parlare del paleolitico: si fa fatica persino a ricordarsene. Se siamo, come siamo, così profondamente lontani da quell’epoca, perché, allora, ci ostiniamo a voler pensare, considerare, agire, perseverare e comportarci come allora? L’era industriale, con i suoi stabilimenti, la sua produzione, i suoi macchinari, i suoi scioperi, le sue lotte di classe ma anche i suoi turni, le sue catene di montaggio, le sue opportunità e le competenze necessarie al ciclo produttivo fa parte del giurassico: non esiste più! Siamo in un’era in cui una notizia di un’ora è già vecchia, dove se non rimani costantemente aggiornato sei superato. Eppure ti ostini a cercare lavoro con le stesse caratteristiche, competenze e prerogative di allora; e speri anche di trovarlo…. Oggi la storia economica è fatta da persone speciali, che usano la testa e non le mani. Persone che hanno un’idea e la sviluppano sul tavolo di cucina, nello scantinato di casa o al bar perché ora ciò che paga è il prodotto dell’ingegno e della creatività. Chiunque sia dotato di una mentalità aperta può ottenere la ricchezza. A differenza dei pionieri dei primi anni 90, oggi chi, prima di te, ha ottenuto il successo cambiando la propria mentalità ti può fornire tutti gli strumenti per sapere come fare, non hai che da istruirti. Esci dal giurassico ed inizia a darti da fare per essere una di queste persone speciali, solo così avrai un futuro.
Newspaper / Lavoro
Molte delle cose migliori non sarebbero mai accadute se prima non fossero successi eventi negativi.
Quante volte, riguardando il tuo passato, un evento sfavorevole si è trasformato nella tua più grande fortuna? Li per li l’hai vissuto come una tragedia alla quale non sapevi come avresti fatto a sopravvivere ma, ripensandoci oggi, a distanza di tempo, i contorni del problema si sono ridefiniti e quella che sembrava una sventura si è rivelata una grossa opportunità. Il tempo lenisce tutto, e non solo. Ciò che sul momento ti sembrava una situazione senza scampo, magari è stato il punto di partenza per qualcosa che ha rivoluzionato la tua vita in meglio. I fatti negativi possono insegnarci molte più lezioni di quanto non facciano anni di benessere. Un licenziamento può aver aperto la tua strada verso l’imprenditorialità, un collasso finanziario può essere stato alla base della tua ricchezza attuale, aver perso un affetto può aver aperto la strada al grande amore…. Sono tanti gli esempi che si possono fare, di sicuro se ci pensi bene troverai qualcosa nella tua vita che si è rivelata una grande opportunità una volta passata la sciagura. In questi momenti di incertezza economica, dove tutto è a rischio (le tue finanze, i tuoi beni, il tuo lavoro) può esserti utile ricordare che tutto ha un senso e si trasforma. Ciò che oggi ti fa paura e non vuoi affrontare potrebbe essere la migliore occasione della tua vita. Moltissima gente considera questa crisi una vera calamità ma c’è chi pensa sarà la più grande opportunità della propria vita: saranno questi quelli che si salveranno dal baratro in cui cadranno tutti gli altri. Se ti guardi attorno sicuramente c’è un’opportunità che ti aspetta, sei tu che non la vedi, tutto preso come sei a vivere nel terrore e fare in modo che ciò che ti sta accadendo non accada. Impara a guardare oltre, a cercare la lezione nascosta che la vita vuole darti. Solo così un evento negativo di oggi sarà il tuo successo di domani.
Newspaper / Lavoro
Paura
La maggior parte delle persone si accontenta di una vita al di sotto delle proprie possibilità solo per paura. La paura di perdere il lavoro, la paura di una spesa improvvisa alla quale non si riesce a far fronte, la paura di rischiare, la paura di cambiare. Come la barca che non esce mai dal porto, ci si lascia cullare dalle proprie “sicurezze” senza nemmeno sospettare che è proprio in porto che la barca rischia di più! Proprio come le barche non siamo nati per vivere all’ormeggio: la vita è avventura, movimento, libertà. Se cerchi la sicurezza perché non ti fai accogliere in qualche prigione? È il posto più sicuro che conosco! È facile dire “apriti al nuovo, liberati delle catene, cambia!”, ogni volta la paura ti attanaglia e finisci sempre per rinunciare…. Del resto è da quando sei nato che qualcuno cerca di proteggerti, di dirigerti verso la sicurezza di acque stagnanti. Lo fanno i tuoi genitori preoccupati che ti possa far male già da piccolo. Ci pensa la scuola a formarti per far di te un dipendente capace solo di eseguire, esattamente come un buon marinaio, ma mai come un intrepido comandante. Passi i migliori anni della tua vita studiando, credendo di costruirti un futuro e non vedi che sei destinato a lavorare per costruire la ricchezza di un altro, che visiterai i mari lontani solo al soldo di qualche sognatore che sta vivendo il proprio sogno sulla tua pelle. Lunghi anni di duro lavoro ti aspettano, lavoro sottopagato, ingrato, limitante, senza alcun riconoscimento da parte di nessuno. Sarai costretto ad alzarti ogni mattina e, giorno dopo giorno, fare rotta verso la realizzazione di obiettivi altrui. E alla fine del tuo servizio, quando non sarai più utile per quel qualcuno, verrai liquidato con una pensione che non ti permetterà nemmeno di sopravvivere… e tutto questo per paura! Hai mai pensato cosa sarebbe la tua vita se decidessi di mollare gli ormeggi e dirigere verso il mare aperto? Riesci ad immaginare cosa si profila oltre l’orizzonte, cosa ti aspetta dall’altra parte? Se pensi che possa valere la pena di scoprirlo inizia oggi stesso a preparati: istruisciti, fai esperienza e, solo quando sarai pronto, salpa spedito verso il largo, perché non potrai mai sapere che vita puoi vivere se ti limiti solo ad immaginarla! Agisci ora, non rimandare oltre: è della tua vita che stiamo parlando!